Voto: 8/10
Titolo: La scuola
dei desideri
Pagine: 445
Titolo originale (e ampiamente più corretto): Gentlemens & Players
Titolo originale (e ampiamente più corretto): Gentlemens & Players
Edizione e ISBN:
prima edizione in italiano rilegata, ISBN 88-11-67871-4
Trama: Una serie
di inspiegabili e fastidiosi eventi, inizialmente innocui e ridicoli, in
seguito sempre più pesanti, comincia a colpire e St Oswald, una prestigiosa
scuola privata inglese che vive un rapporto di generale distacco con la città,
caratterizzata da grandi quartieri popolari dove il vandalismo dilaga, e trova
il suo fulcro nella scuola statale di Sunnybank Park. Una sorta di
cospirazione, proveniente direttamente da quel passato che la scuola pensava di
aver sepolto, è in atto per sradicare alla base le radici dell'istituto
privato, riportando alla luce quelle intaccature di fronte alle quali i
responsabili della scuola hanno fatto finta di non vedere, solo per salvare il
nome di St Oswald. Ma ora nella partita è coinvolto anche il professore di lingue
classiche Roy Straitley, sessantacinquenne e ormai vicino alla centuria, un
uomo caratterizzato dai molti vizi che, pur scalzato dall'avanzata della
tecnologia e privato del suo ufficio, viene collocato in un'aula condivisa fra
tre nuovi professori, sarà l'unico a poter tornare a scavare nel passato per
affrontare diritto e in faccia, nonostante le avversità, il pericoloso che sta
rovesciando l'istituto.
Commento: La
trama di questo libro mi ha affascinata subito, mi ricordava un po’ “L’attimo
fuggente”. Una scuola inglese vecchio stile, con piccoli e grandi professori.
Ma non lasciatevi ingannare, questo libro è molto diverso da quanto ci si
aspetta.
Prima di tutto, nessun personaggio è positivo in tutto e per tutto (a
differenza de “L’attimo fuggente” dove John Keating è il professore che tutti
vorremmo).
Punto secondo. In realtà, leggendo le prime 30-40 pagine, mi
sono sentita spaesata: non capivo chi era il protagonista o quanti ce ne fossero
e mi ero chiaramente persa i loro nomi. Oltretutto, ho trovato difficoltà a
livello temporale. In conclusione, ho dovuto rileggerle tutte da capo. La cosa
geniale di tutto questo caos, è che non avevo torto nel considerarmi spaesata, perché
la geniale Joanne Harris, vuole proprio che la nostra comprensione rimanga poco
più che nulla.
Però è buona cosa che io faccia un chiarimento, soprattutto
per coloro che stanno per leggerlo o intendono farlo. Non voglio certo farli
cadere nella mia medesima situazione! Non ci sono spoiler! Questa è solo una “guida
alla lettura”, se si può definire così, quindi potete leggere tranquillamente.
Allora, punto uno. Ci sono due protagonisti ed entrambi sono
professori. Uno è Roy Straitley, vecchio e classico docente di latino, che deve
scoprire un “mistero”, si, chiamiamolo così. L’altro è sempre un professore di
St Oswald ma non sappiamo né il suo nome né il suo cognome. Tutto il libro è
incentrato sullo scoprire chi egli sia tra i numerosi professori di St Oswald.
Punto secondo: i tempi. Entrambi i professori si trovano a
St. Oswald nello stesso periodo, ma si sa solamente che Roy Staitley è nella
scuola da 30 anni, mentre il professore misterioso è stato appena assunto
(insieme a molti altri). Roy Staitley, nei suoi discorsi, non torna mai
indietro nel passato (o lo fa raramente). Al contrario, tutti i monologhi del
misterioso professore, o gran parte di essi, sono ambientati nella sua
infanzia, quando, figlio di Jhon Snyde, il custode di St Oswald, girovagava per
la scuola facendosi passare per qualcuno che non era.
Quindi abbiamo un cognome, “Snyde”, che non compare tra i
professori. Perciò il misterioso professore ha un altro nome…
La difficoltà della storia è un elemento determinante della
storia stessa. Immagino le difficoltà che l’autrice ha dovuto superare per riuscire
a scrivere una storia del genere senza errori! Queste difficoltà naturalmente
si sono dimostrate evidenti anche nel lettore. Controllando le recensioni su
Amazon, sia nella versione inglese che italiana, tutti i lettori (o gran parte
di essi) hanno evidenziato le mie stesse perplessità all’inizio. Però, come
anche nel mio caso, la recensione è risultata nel complesso molto più che
positiva. Potrete capire il perché solo leggendolo.
La mia conclusione è che lo consiglio vivamente a coloro che
amano le atmosfere british, amano i gialli e non si lasciano fermare da una
trama ingarbugliata.
Francesca